A tutto rock: System of a down
- Alessandro Kravchuk
- 1 mag 2020
- Tempo di lettura: 1 min

Nel 1997 il produttore discografico Rick Rubin, passò una serata nel locale “the viper room” nel quale si esibiva una band di origine armena chiamata “soil” in cui partecipavano Serj Tankian (voce) Daron Malakian (chitarra e voce secondaria) Shavo Odadjian (basso) e Ontronik Khachaturian (batteria). Con le
ultime interviste, Rubin affermò di essersi divertito parecchio durante
l’esibizione. Dopo quella sera, Rubin conobbe uno dei gruppi metal più influenti e geniali degli anni 2000’. Nel 1998, Serj , Daron e Shavo firmarono un contratto con Rick Rubin e cacciarono il batterista Ontronik sostituendolo con John Dolmayan, e così nascono i “System Of A Down”.

I System of a Down registrano nei primi mesi del 2001 il loro secondo album, intitolato Toxicity. Il disco debuttò al primo posto nelle classifiche statunitensi e canadesi ottenendo un gran numero di premi e vendendo un totale di 12 milioni di copie nel mondo, oltre ad essere stato certificato triplo disco di platino dalla RIIA. Dall'album vennero estratti tre singoli: Chop Suey!, Toxicity e Aerials. Il brano Toxicity nel maggio 2006 venne inserito dalla rete televisiva VH1 alla posizione numero 14 nella classifica relativa alle 40 più belle canzoni metal di tutti i tempi. Nell'album è presente una traccia fantasma intitolata Arto, che propone sonorità puramente tribali, curate dal musicista Arto Tuncboyaciyan, famoso per aver lavorato al fianco di jazzisti come Al Di Meola, Wayne Shotter e Chet Baker. In questo brano Arto suona di tutto, da una bottiglia vuota di Coca Cola, a percussioni create direttamente dal suo petto nudo, a un vaso pieno d'acqua.
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