Arancia meccanica
- Alessandro Kravchuk
- 10 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Il film inizia con il protagonista, Alex Delarge, con i suoi tre drughi Georgie, Pete e Dim, nel bar “korova milk” nel quale bevono il “lattepiù” ovvero un tipo di latte, mischiato alla mescalina e altri tipi di stupefacenti. I drughi lasciano il bar e partono alla ricerca di persone sulle quali sfogare la propria “beneamata ultraviolenza”.
Giovani banditi, senzatetto, anziani… nulla può fermare la loro violenza. Alex è un prepotente, ma ama il suo caro e “Ludovico Van”, ovvero Ludwig Van Beethoven:
non è altro che un adolescente frequentante ancora la scuola, ma ha tutt’altri piani per la sua vita. Il giorno seguente Georgie ha un’idea: rapinare una casa di lusso. Dim e Pete decidono di promuoverlo capo, ma ovviamente Alex non ci sta e picchia tutti durante una passeggiata con i tre. Salvo poi cambiare idea e decidere di derubare la casa mentre i tre lo aspettano fuori. Durante la rapina,
Alex commesso un femminicidio ed uscendo dalla casa viene tradito dai suoi amici che lo aggrediscono spaccandogli una bottiglia in testa e facendolo svenire.

Così la polizia lo rinchiude in prigione per 14 anni. I primi giorni non sono poi così male, tra lezioni di religione e canti osceni. Alex vuole uscire a tutti i costi ed accetta di diventare cavia umana per esperimenti. Inizialmente sembra andare tutto liscio, anche il suo animo violento sembra placarsi. Ma già dal terzo giorno i farmaci lasciano il posto alle torture: una di queste è quella di tenergli gli occhi aperti costantemente ed obbligarlo a vedere numerosi film nei quali si rappresentano scene di violenza con il sottofondo musicale del caro Ludovico Van, provocandogli così forte nausea. Dopo questi numerosi “esperimenti”, Alex viene liberato. Torna a casa e scopre che i suoi genitori si sono dimenticati completamente di lui, adottando un altro figlio. Con il cuore distrutto si allontana da casa e incontra il senzatetto che aveva pestato anni prima insieme ai drughi. Il senzatetto ovviamente lo riconosce e lo porta dai suoi “amici” senzatetto per restituirgli il torto subito. Mentre Alex viene pestato, intervengono a sedare la rissa due poliziotti: sono Dim eGeorgie.
Distrutto dal dolore e dal dispiacere, cerca rifugio nella casa più vicina che, guarda caso, è quella dello scrittore malmenato dagli drughi. Lo scrittore lo riconosce e il giorno seguente riproduce la nona sinfonia del suo amato Ludovico Van facendogli provare terribili sensi di nausea e costringendoli a buttarsi dalla finestra piuttosto che soffrire. Alex si risveglia in ospedale, affidato alle cure del dottore che lo aveva torturato in prigione.
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